Cos’è l’oblazione?
“L’oblato benedettino secolare è il cristiano, uomo o donna, laico o chierico che, vivendo nel proprio ambiente famigliare e sociale, riconosce e accoglie il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità ed esigenze della consacrazione battesimale e del proprio stato; si offre a Dio con l’oblazione ispirando il proprio cammino di fede ai valori della S. Regola e della Tradizione spirituale monastica” (Statuto degli oblati benedettini secolari italiani).
Nella vita di san Benedetto, raccontata nel II libro dei Dialoghi di s. Gregorio Magno, troviamo persone desiderose di vita spirituale, che pur vivendo nel mondo secolare, seguivano la Regola monastica che è diventata il loro punto di riferimento per realizzare la propria consacrazione. Questi erano i primi oblati. Con l’oblazione le persone intraprendono un cammino spirituale mettendosi in ascolto della Parola di Dio. L’uomo che si è allontanato per disobbedienza, se vuole ritornare a Dio, deve ritornare per obbedienza, ascoltando quella voce che un tempo aveva smesso di ascoltare. Lo dice anche il nostro Statuto: “ L’oblato si impegna ad una forma di vita che sia progressiva conformazione a Cristo, unico scopo della sua oblazione e della spiritualità benedettina”.
L’oblato è, innanzitutto, un cristiano che mette la propria fede al primo posto nella vita, e che desidera condividere con i monaci il cammino della propria conversione pur non vivendo nel monastero, pregare e cantare con i monaci pur non avendo un posto nel coro, vivere la Regola e lavorare con i monaci, però “extra moenia” – fuori dalle mura del monastero. Da questa particolare posizione emerge un lato importante dell’oblazione, voluto anche dal II Concilio Vaticano che ha esortato i laici perché “imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti” (SC 48). Gli oblati sono una parte importante della famiglia benedettina perché la Chiesa oggi ha bisogno di formare un laicato capace di far penetrare i valori cristiani nel mondo sociale, giuridico, politico ed economico, come sottolinea l’enciclica “Evangelii gaudium”.
Cosa si richiede per diventare oblato?
Sono tre disposizioni richieste per diventare oblati:
- Il desiderio sincero di crescere nella vita spirituale e cercare veramente Dio.
- Amore per san Benedetto e la conoscenza della sua Regola.
- Appartenenza ad un monastero o abbazia, mettendo a disposizione della famiglia monastica le proprie competenze e il proprio tempo per costruire una famigliarità spirituale in un rapporto di reciprocità e di complementarietà.
Il gruppo degli oblati e amici di Sant’Anselmo esiste dall’inizio della nostra Badia, dall’anno1900. L’attuale assistente spirituale è p. Dorotej Toic OSB e il coordinatore del gruppo sig. Roberto Lomolino.
Il gruppo si incontra una volta al mese. Con i monaci partecipiamo alla santa Messa comunitaria dopodiché il programma prevede una conferenza formativa sulla spiritualità monastica, biblica o liturgica. La seconda parte degli incontri è strutturata intorno all’agape fraterna come momento di condivisione e di consolidamento del gruppo.
Gli nostri oblati e amici possono partecipare con i monaci alla Liturgia delle Ore e prendendo accordi con l’assistente spirituale possono chiedere di vivere nella Badia una giornata di riflessione e silenzio.
Il V Congresso Internazionale degli Oblati
The Fifth International Oblate Congress
El Quinto Congreso Internacional de los Oblatos
Le Cinquième Congrès international des Oblats
Der fünfte internationale Oblatenkongress
Nuova coordinatrice degli Oblati e Amici di Sant’Anselmo
La nuova coordinatrice del gruppo è l’oblata Emma Caroleo, sposata e madre di tre figli. Ha conseguito il Dottorato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana e, successivamente un Dottorato in Teologia Spirituale alla Pontificia Università Gregoriana dove, attualmente, insegna Storia della Spiritualità all’Istituto di Spiritualità come docente incaricata associata. E’ catechista più di quaranta anni e ogni mercoledì pomeriggio si mette al servizio dei senza fissa dimora.
Cos’è l’oblazione?
“L’oblato benedettino secolare è il cristiano, uomo o donna, laico o chierico che, vivendo nel proprio ambiente famigliare e sociale, riconosce e accoglie il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità ed esigenze della consacrazione battesimale e del proprio stato; si offre a Dio con l’oblazione ispirando il proprio cammino di fede ai valori della S. Regola e della Tradizione spirituale monastica” (Statuto degli oblati benedettini secolari italiani).
Nella vita di san Benedetto, raccontata nel II libro dei Dialoghi di s. Gregorio Magno, troviamo persone desiderose di vita spirituale, che pur vivendo nel mondo secolare, seguivano la Regola monastica che è diventata il loro punto di riferimento per realizzare la propria consacrazione. Questi erano i primi oblati. Con l’oblazione le persone intraprendono un cammino spirituale mettendosi in ascolto della Parola di Dio. L’uomo che si è allontanato per disobbedienza, se vuole ritornare a Dio, deve ritornare per obbedienza, ascoltando quella voce che un tempo aveva smesso di ascoltare. Lo dice anche il nostro Statuto: “ L’oblato si impegna ad una forma di vita che sia progressiva conformazione a Cristo, unico scopo della sua oblazione e della spiritualità benedettina”.
L’oblato è, innanzitutto, un cristiano che mette la propria fede al primo posto nella vita, e che desidera condividere con i monaci il cammino della propria conversione pur non vivendo nel monastero, pregare e cantare con i monaci pur non avendo un posto nel coro, vivere la Regola e lavorare con i monaci, però “extra moenia” – fuori dalle mura del monastero. Da questa particolare posizione emerge un lato importante dell’oblazione, voluto anche dal II Concilio Vaticano che ha esortato i laici perché “imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti” (SC 48). Gli oblati sono una parte importante della famiglia benedettina perché la Chiesa oggi ha bisogno di formare un laicato capace di far penetrare i valori cristiani nel mondo sociale, giuridico, politico ed economico, come sottolinea l’enciclica “Evangelii gaudium”.
Cosa si richiede per diventare oblato?
Sono tre disposizioni richieste per diventare oblati:
- Il desiderio sincero di crescere nella vita spirituale e cercare veramente Dio.
- Amore per san Benedetto e la conoscenza della sua Regola.
- Appartenenza ad un monastero o abbazia, mettendo a disposizione della famiglia monastica le proprie competenze e il proprio tempo per costruire una famigliarità spirituale in un rapporto di reciprocità e di complementarietà.
Il gruppo degli oblati e amici di Sant’Anselmo esiste dall’inizio della nostra Badia, dall’anno1900. L’attuale assistente spirituale è p. Dorotej Toic OSB e il coordinatore del gruppo sig. Roberto Lomolino.
Il gruppo si incontra una volta al mese. Con i monaci partecipiamo alla santa Messa comunitaria dopodiché il programma prevede una conferenza formativa sulla spiritualità monastica, biblica o liturgica. La seconda parte degli incontri è strutturata intorno all’agape fraterna come momento di condivisione e di consolidamento del gruppo.
Gli nostri oblati e amici possono partecipare con i monaci alla Liturgia delle Ore e prendendo accordi con l’assistente spirituale possono chiedere di vivere nella Badia una giornata di riflessione e silenzio.
Nuova coordinatrice degli Oblati e Amici di Sant’Anselmo
La nuova coordinatrice del gruppo è l’oblata Emma Caroleo, sposata e madre di tre figli. Ha conseguito il Dottorato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana e, successivamente un Dottorato in Teologia Spirituale alla Pontificia Università Gregoriana dove, attualmente, insegna Storia della Spiritualità all’Istituto di Spiritualità come docente incaricata associata. E’ catechista più di quaranta anni e ogni mercoledì pomeriggio si mette al servizio dei senza fissa dimora.