28 Marzo 2025
Il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma ospita la mostra internazionale “Fra qua e là. Immagini dalla prigionia”, dal 14 marzo al 16 maggio 2025. Organizzata dalla Facoltà di Filosofia di Sant’Anselmo e da Art and Prison e.V., sotto il patrocinio di Sua Altezza Reale, la Principessa Ereditaria Sophie del Liechtenstein, la mostra espone opere d’arte create da persone incarcerate provenienti da 53 paesi.
Nei cataloghi della mostra, il Preside della Facoltà di Filosofia Andrea De Santis, riflettendo sul titolo, chiede:”Dove si trova il “qua” e dove si trova il “là”, cosa rappresenta il “qua” e cosa il “là” – e dunque: chi è qua e chi è là? È la libertà qua, la prigionia là? Dove, e chi sono i liberi? Dove, e chi sono i prigionieri?”. Questa indagine filosofica prepara il terreno per considerare le linee indistinte tra libertà e costrizione, richiamando il concetto di Platone della “prigionia” iniziale dell’umanità nella caverna dell’illusione.
Il diacono Heinz-Peter Echtermeyer, Presidente di Art and Prison e.V., si interroga:”Come possiamo ancora parlare di “speranza dietro le sbarre” quando osserviamo le “immagini dalla prigionia” qui presentate? L’arte creata nelle condizioni di detenzione e dunque di non-libertà può davvero essere considerata arte? E, in tal caso, questa arte non rappresenta anche l’esperienza di una forma di libertà che, nella creazione stessa dell’opera, si esprime in modi diversi e non può essere confinata neppure in condizioni di privazione della libertà?”. Le opere esposte esprimono diverse “speranze”, rispecchiando lotte personali e desideri.
Sua Altezza Reale, la Principessa Ereditaria Sophie del Liechtenstein, sottolinea l’impatto sociale del progetto: “Affrontando i temi relativi alla privazione della libertà e alle strutture correzionali, è possibile mettere in discussione i pregiudizi personali. Emergono così nuove prospettive di corresponsabilità sociale”. L’arte funge da potente specchio per la società, rivelando speranza in mezzo alle difficoltà.
Il Pro-Rettore, il Prof. Dr. Laurentius Eschlböck, all’inaugurazione, ha sottolineato il legame della mostra con il tema dell’Anno del Giubileo: “Riflettere, infatti, sulla speranza, un tema così ricco di implicazioni e simboli, come auspicato dal Santo Padre Francesco per il Giubileo, significa riscoprire l’immenso valore che essa riveste in luoghi dove sembra mancare, almeno in apparenza, come nelle prigioni da cui provengono queste splendide opere”.
La mostra si estende oltre Sant’Anselmo, spostandosi in altre sedi di Roma. Giornate di studio preparatorie hanno esplorato le dimensioni filosofiche e teologiche dell’arte in detenzione, considerando se “l’arte senza libertà non sia un ossimoro”. “Fra qua e là. Immagini dalla prigionia” invita, in ultima analisi, a riflettere sui temi universali della libertà, della costrizione e sul potere duraturo dello spirito umano.
28 Marzo 2025
Il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma ospita la mostra internazionale “Fra qua e là. Immagini dalla prigionia”, dal 14 marzo al 16 maggio 2025. Organizzata dalla Facoltà di Filosofia di Sant’Anselmo e da Art and Prison e.V., sotto il patrocinio di Sua Altezza Reale, la Principessa Ereditaria Sophie del Liechtenstein, la mostra espone opere d’arte create da persone incarcerate provenienti da 53 paesi.
Nei cataloghi della mostra, il Preside della Facoltà di Filosofia Andrea De Santis, riflettendo sul titolo, chiede:”Dove si trova il “qua” e dove si trova il “là”, cosa rappresenta il “qua” e cosa il “là” – e dunque: chi è qua e chi è là? È la libertà qua, la prigionia là? Dove, e chi sono i liberi? Dove, e chi sono i prigionieri?”. Questa indagine filosofica prepara il terreno per considerare le linee indistinte tra libertà e costrizione, richiamando il concetto di Platone della “prigionia” iniziale dell’umanità nella caverna dell’illusione.
Il diacono Heinz-Peter Echtermeyer, Presidente di Art and Prison e.V., si interroga:”Come possiamo ancora parlare di “speranza dietro le sbarre” quando osserviamo le “immagini dalla prigionia” qui presentate? L’arte creata nelle condizioni di detenzione e dunque di non-libertà può davvero essere considerata arte? E, in tal caso, questa arte non rappresenta anche l’esperienza di una forma di libertà che, nella creazione stessa dell’opera, si esprime in modi diversi e non può essere confinata neppure in condizioni di privazione della libertà?”. Le opere esposte esprimono diverse “speranze”, rispecchiando lotte personali e desideri.
Sua Altezza Reale, la Principessa Ereditaria Sophie del Liechtenstein, sottolinea l’impatto sociale del progetto: “Affrontando i temi relativi alla privazione della libertà e alle strutture correzionali, è possibile mettere in discussione i pregiudizi personali. Emergono così nuove prospettive di corresponsabilità sociale”. L’arte funge da potente specchio per la società, rivelando speranza in mezzo alle difficoltà.
Il Pro-Rettore, il Prof. Dr. Laurentius Eschlböck, all’inaugurazione, ha sottolineato il legame della mostra con il tema dell’Anno del Giubileo: “Riflettere, infatti, sulla speranza, un tema così ricco di implicazioni e simboli, come auspicato dal Santo Padre Francesco per il Giubileo, significa riscoprire l’immenso valore che essa riveste in luoghi dove sembra mancare, almeno in apparenza, come nelle prigioni da cui provengono queste splendide opere”.
La mostra si estende oltre Sant’Anselmo, spostandosi in altre sedi di Roma. Giornate di studio preparatorie hanno esplorato le dimensioni filosofiche e teologiche dell’arte in detenzione, considerando se “l’arte senza libertà non sia un ossimoro”. “Fra qua e là. Immagini dalla prigionia” invita, in ultima analisi, a riflettere sui temi universali della libertà, della costrizione e sul potere duraturo dello spirito umano.
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